Ricostruzione post sisma, al via gli interrogatori degli indagati (AGGIORNAMENTO)


Lionello Piccinini, geometra del Segretario Mibact, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sulla stessa linea difensiva anche Berardino Di Vincenzo.


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
24/07/2017 alle ore 12:06



Via all’Aquila agli interrogatori delle 35 persone coinvolte nell’ultima inchiesta sulla ricostruzione. A sfilare per primo davanti al Gip Giuseppe Romano Gargarella è stato Lionello Piccinini geometra del Segretario Mibact, uno dei dieci indagati per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Piccinini “si è avvalso della facoltà di non rispondere in questa sede ma ci siamo riservati di chiedere un successivo incontro con il pm una volta visionata ed avuto accesso a tutta la documentazione” ha detto l’avvocato Marco De Paulis. Che sottolinea: “ci sarà un’attenta analisi di tutte le carte e faremo emergere la correttezza del nostro assistito. In questa fase non abbiamo avuto la possibilità di dare chiarimenti”

Sulla stessa linea l’avvocato Emilio Bafile che difende Berardino Di Vincenzo, già alto funzionario del ministero e consulente della regione. “Per il momento ci avvaliamo della facoltà di non rispondere perché il volume delle attività svolte è molto vasto: ci sono otto faldoni da visionare e il deposito degli atti è avvenuto solo venerdì. Il mio assistito si trova in una situazione particolare: viene arrestato dopo anni di attività svolta in maniera impeccabile. E’ un’inchiesta - prosegue l’avvocato - che coinvolge anche i suoi due figli, entrambi architetti. Per uno dei due abbiamo già risposto in maniera più che esaustiva con 6 ore di interrogatorio relativo all’inchiesta madre, quella che riguarda Palazzo Centi e di cui quest’ultima inchiesta è un filone”

Interrogato anche Mauro Marchetti, architetto del Segretariato Mibact, difeso dall’avvocato Francesca Caccia. Anche Marchetti non ha risposto alle domande del Gip.

Differente la linea della difesa di Leonardo Santoro, geometra dell’Internazionale difeso dall’avvocato Stefano Rossi. Che a margine dell’audizione ha dichiarato: “il mio assistito ha risposto a tutte le domande, ha esplicitato le scelte tecniche sulle quali il Pubblico Ministero ha affermato di voler procedere con delle verifiche. Probabilmente ne avremo riscontro la prossima settimana”. Il legale è inoltre tornato su un aspetto che ha generato molto scalpore nelle prime ore dell’inchiesta. Ossia il passaggio dell’ordinanza in cui si fa riferimento ad una risata del suo assistito al telefono parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice.

"Io la telefonata non l'ho ascoltata. Posso comunque affermare che si parlava di lavoro, di un modo di fare senza offendere alcuno”. Ha precisato l'avvocato Rossi a proposito del contegno avuto al telefono con l'imprenditore, anche lui indagato, Vito Giuseppe Giustino di Bari. Nell'ordinanza il Gip scrive lapidario: 'Ride'. “Il mio assistito - ha aggiunto l'avvocato Rossi - ha fornito chiarimenti sul suo ruolo: peraltro è un impiegato della cooperativa e non ha poteri di spesa, né decisionali. Si occupa di coordinare gli interventi tecnici nei cantieri ed ha spiegato quello che e' successo. Ha spiegato perche' sono state fatte delle perizie di variante, perche' apparentemente i costi sono lievitati ma di fatto non è lievitato nulla. Ha spiegato che in corso d'opera sono venuti fuori degli affreschi importanti nel Teatro comunale che la Soprintendenza ha detto prima di fermare, poi di restaurare e quindi tutto questo ha determinato una serie di ostacoli”.

L’inchiesta giudiziaria sui lavori della ricostruzione ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 35 persone, di cui 10 arresti ai domiciliari e 5 interdittive dall’attività professionale.

Agli arresti domiciliari sono finiti Lionello Piccinini, geometra del Segretariato Mibact, Antonio Zavarella, presidente della commissione di collaudo del Teatro comunale, Berardino Di Vincenzo, già segretario regionale Mibact e consulente della Regione, Marcello Marchetti, architetto del segretariato Mibact, Mauro Lancia, cotitolare della Lancia Srl, Giampiero Fracassa, direttore tecnico della Fracassa Rinaldo Srl, Vito Giuseppe Giustino, presidente del Cda dell'Internazionale, Antonio Loiudice, amministratore unico della Edilco, Graziantonio Loiudice, suo figlio, e Leonardo Santoro, geometra dell’Internazionale. Mentre sono stati raggiunti da misura interdittiva, della durata di due mesi, Giancarlo Di Vincenzo, architetto figlio di Berardino, Alessandra Del Cane, Michele Fuzio, progettista dell'Internazionale dei lavori al Teatro comunale, Domenico Pazienza, progettista dell'Internazionale dei lavori al Teatro comunale, e Michele Buzzerio, progettista dell'Internazionale dei lavori al Teatro comunale.

“Concorso in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché soppressione, distruzione e occultamento di atti veri”. Questa la pesante accusa nei confronti dei soggetti coinvolti, alcuni dipendenti del ministero dei Beni culturali che ha subito avviato un'inchiesta interna.

Secondo gli inquirenti le aziende coinvolte si sarebbero garantite l’assegnazione di gare d’appalto praticando ribassi particolarmente cospicui. E ottenendo successivamente compensazione attraverso il riconoscimento di varianti in corso d’opera. Il compenso per i funzionari si sarebbe concretizzato attraverso l’affidamento di incarichi professionali a parenti o amici, le cui parcelle, proporzionate al valore dei lavori, si arricchivano alla concessione di ciascuna variante, oppure attraverso l’elargizione di somme in denaro.

Per alcuni procedimenti si ipotizza sia la turbativa della gara per l’assegnazione dei lavori sia il relativo pagamento di somme da parte dell’imprenditore al funzionario compiacente, quale corrispettivo per il buon fine dell’accordo. Per evitare le comunicazioni obbligatorie all’Autorità anticorruzione (Anac) e il controllo, sarebbero state opportunamente concordate di volta in volta, con le ditte, perizie di variante al di sotto del 20 per cento dell’ammontare dei lavori, “spacchettando” in questo modo l’importo del recupero del ribasso.

Complessivamente sono state poste sotto osservazione le procedure relative all’assegnazione ed esecuzione di 12 opere di restauro di altrettanti edifici di interesse storico-culturale.

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